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Immagine del redattoreBimbi nel Bosco

PICCOLI ESPLORATORI, 22: GLI ALBERI DEL BOSCO



 

Le passeggiate nel bosco sono divertenti e rigeneranti, ma quali sono gli alberi che rendono così speciali questi luoghi?


In Alto Adige esistono anzitutto diversi tipi di bosco, in base all'altitudine! Vediamo come funziona:



In fondovalle le temperature sono miti e abbastanza regolari: d'estate fa più caldo e in inverno non nevicherà mai così tanto da formare un ghiacciaio. Inoltre ci sono le montagne, le colline, anche le case, che impediscono al vento di spazzare via gli alberi alti.


Diversamente accade in montagna, dove più si sale e più il clima può diventare ostile, con tempeste, estati calde di giorno e gelate di notte, inverni dove le temperature non superano mai gli zero gradi.


Il clima che cambia a seconda dell'altitudine è il motivo per il quale anche le piante cambiano le proprie caratteristiche a seconda dell'altitudine: si adattano all'ambiente per sopravvivere.


Se a valle e poco in alto troviamo alberi grandi, rigogliosi, con foglie larghe e frutti deliziosi come castagne, mele e pere, in media montagna (1200 mt) troveremo noccioli e betulle con foglie più piccoline e tronchi sottili, e anche i primi alberi con le foglie a forma di aghi (abeti e pini) che hanno bisogno di temperature più basse per vivere bene.



>>> Latifoglie = gli alberi con le foglie a forma di foglie, che raccolgono la pioggia e la luce per nutrire l'albero dall'alto, le radici invece lo nutrono dal terreno;


>>> Aghifoglie = alberi con le foglie a forma di aghi; gli aghi aiutano l'albero a resistere alle basse temperature: non temono il ghiaccio e disperdono poca umidità.


Salendo ancora, a 1500 metri incontriamo il cirmolo, profumatissimo, e il larice, grande e maestoso, anch'esso con le foglie a forma di aghi.



Se abeti e pini sono sempreverdi, cioè rimangono verdi tutto l'anno, i larici in autunno diventano meravigliosamente dorati.


Più saliamo, più gli alberi si fanno sempre più simili a cespugli, più vicini al terreno e raccolti per resistere al vento e alle basse temperature.



A 2000 metri troviamo il pino mugo e il ginepro.


Oltre i 2500 metri gli alberi non ci sono più: tra le rocce e la neve perenne potremmo incontrare solo i muschi e i licheni.


>>> Curiosità: esistono luoghi dove crescono piante di montagna... pur non essendo in montagna. In questi luoghi si trovano le buche di ghiaccio, ovvero cunicoli nella roccia che fanno correre l'aria gelata facendola uscire solo in determinate zone. Il risultato è che raggiunto quel pezzettino di bosco a 500 metri di altitudine vi sembrerà di aver scalato la montagna fino a 1200 metri!



L'abete rosso, il re del bosco


Se nel mondo esistono oltre 600 tipi di abete, l’abete rosso è la specie di abete più diffusa nei boschi dell’Alto Adige.



Ha un tronco dritto e lungo coperto da una corteccia molto legnosa di colore marrone-rossastro. è un albero aghifoglie e sempreverde che ama il clima freddo e la cui chioma cresce tanto in altezza quanto in larghezza (per crescere ha bisogno di molto spazio!).

I sui rami crescono orizzontali lungo il tronco, alla stessa distanza gli uni dagli altri e rivestiti da tantissimi piccoli aghi di 1-2 cm, verdi e appuntiti, con una piccola protuberanza scura.

Ogni anno l’abete aggiunge un nuovo “livello” di rami e per questo si dice che gli abeti rossi crescano molto velocemente. Possono raggiungere fino a 60 metri di altezza, più di una ruota panoramica!


I rami più bassi possono arrivare a toccare terra, ma solo se arriva loro la luce del sole, in caso contrario non sopravvivono.

Nonostante siano piante grandi, gli abeti rossi presentano radici poco profonde e per questo non sanno resistere alle forti tempeste.


Le pigne dell’abete rosso sono marroni scure e lunghe tra i 10 e i 15 cm.


Il legno di abete rosso è tenero e facile da lavorare ed è perciò spesso utilizzato nella realizzazione mobili e piccoli oggetti. Ma è impiegato anche nella produzione della carta e di strumenti musicali (violini, chitarre, pianoforti) – è famoso il “legno di risonanza” dell’area del Latemar.





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